Probabilmente l’idea di destinare ad uso di albergo l’ex Casina reale di Quisisana è nata in seguito alle svariate richieste pervenute al sindaco di Castellammare di poter prendere in fitto un “quartierino” proprio in questa villa. Come risulta da una guida di Castellammare del 1898, l’albergo prende il nome di “Hotel Margherita”, in omaggio forse alla regina d’Italia. Ma, a quanto pare, non ebbe lunga vita se già nel 1902 risulta dismesso. Rimarrà in stato inattivo fino al 1923 quando per volere del sindaco Francesco Monti, il complesso che conta circa 200 camere, riapre i battenti con un nuovo nome: «Royal Hotel Quisisana» Fino ad allora, però, il fabbricato era servito per altri scopi. Sappiamo, infatti, che nelle estati del 1909 e 1910 ospita il Collegio dell’Annunziatella di Napoli e che allo scoppio della Prima Guerra Mondiale viene adibito ad ospedale militare e alloggio per il Corpo Reale Equipaggi. Nel 1928 viene occupato dall’Istituto Superiore Agrario e nel 1931, finalmente, lo ritroviamo elencato nella Guida d’Italia del Touring Club come albergo di 1° ordine con 140 posti letto.
Pompaggio e lavorazione del calcestruzzo |
Allo scoppio del secondo conflitto mondiale nel 1940 viene nuovamente requisito dalle autorità militari come ospedale e tale sarà il suo utilizzo probabilmente fino alla fine della guerra. Nel dopoguerra l’albergo viene ribattezzato “Royal Palace Hotel”, anche se viene comunemente indicato come “Quisisana”, chiude i battenti nella seconda metà degli anni ’60. Si conclude così la storia di una dimora prestigiosa che, tra l’altro, coincide con l’inizio della decadenza del turismo a Castellammare. Gli eventi sismici del novembre 1980 diedero, infine, il colpo di grazia al glorioso fabbricato. Nasce così l’esigenza di recuperare uno dei più straordinari monumenti del Sud d'Italia. I lavori molto complessi hanno visto il susseguirsi di diverse fasi. In questo momento si è alle prese con il consolidamento e il rifacimento dei solai. La B100 in uso nel cantiere ha consentito grazie alla separazione tra centralina e pompa, collegate tra di loro da una tubazione resistente e flessibile, l’alimentazione anche a notevole distanza. Le tubazioni di varia lunghezza con i relativi regitubo hanno reso possibile il trasporto del materiale anche ad altezze elevate. La pressione di pompaggio che può essere regolata direttamente sulla macchina ha permesso di superare agevolmente il dislivello tra pompa e lancia. Inoltre le ridotte dimensioni hanno facilitato il posizionamento sotto le unità di carico e lo spostamento nel cantiere. La versatilità e le caratteristiche tecniche di questa macchina la rendono particolarmente adattabile anche in cantieri di restauro dove bisogna avere una cura particolare del sito.